Eleonora è stata sconnessa.
In più di un senso.
Ha litigato con
il fornitore di ADSL, ha discusso ferocemente con un tombino ed infine
ha intrapreso una lotta senza quartiere con le proprie ovaie.
Tre battaglie terribili e tre vittorie annunciate.
Certo, si è trattato di un’ecatombe, tuttavia ogni guerra prevede un
ragionevole sacrificio umano e la nostra eroina, quando si tratta di
“soffrire”, si mette in prima linea.
La pugna intrapresa con Tiscali si è risolta senza troppi intoppi: qualche bestemmia ed accorati vaffanculo.
Una sorta partitella amichevole, dove stracciare l’avversario, era un gioco da ragazzi.
Il tombino, invece, ha avuto la meglio.
E l’ha avuta per un buon mesetto.
La nostra Diva, con tacco da 12 cm., sgambetta, sgambetta, è crollata
sull’asfalto, lasciando la caviglia nella grata del chiusino ed un polso
al Creatore.
30 giorni di gesso.
Rispolverate le bestemmie e gli accorati vaffanculo, ha mantenuto la dignità senza lasciarsi andare in bieco pietismo.
“Mi versi l’acqua, mi gratti il collo, mi sistemi le scarpe, mi prendi i
biscotti, mi apri la confezione di patatine…” No, non ne ha affatto
abusato della sua condizione temporanea di disabile, che diamine!
Infine l’ultimo combattimento, il più duro, è in fase di conclusione: quello con il suo utero.
Le donne, si sa, ogni 28 giorni, fanno i conti con il ciclo mestruale.
Eppure, Elenoire, si ribella, non ci sta, non vuole uniformarsi.
Lei si assesta su due volte l’anno.
Semestrale, come le rate dell’assicurazione dell’auto.
Per cui, quando il maelström ormonale le concederà una tregua,
riemergerà a bordo del suo personalissimo sottomarino Nautilus,
continuando a deliziarci con le sue opere.
Fino ad allora, non contattatela a meno che non desideriate essere spellati vivi sul posto.
Vera Q.