Benvenuto

" Il lavoro creativo è sospeso tra la memoria e l'oblio." Jorge Luis Borges


lunedì 16 luglio 2012

Ritorno dall'oscurità

Eleonora è stata sconnessa.
In più di un senso.
Ha litigato con il fornitore di ADSL, ha discusso ferocemente con un tombino ed infine ha intrapreso una lotta senza quartiere con le proprie ovaie.
Tre battaglie terribili e tre vittorie annunciate.
Certo, si è trattato di un’ecatombe, tuttavia ogni guerra prevede un ragionevole sacrificio umano e la nostra eroina, quando si tratta di “soffrire”, si mette in prima linea.
La pugna intrapresa con Tiscali si è risolta senza troppi intoppi: qualche bestemmia ed accorati vaffanculo.
Una sorta partitella amichevole, dove stracciare l’avversario, era un gioco da ragazzi.
Il tombino, invece, ha avuto la meglio.
E l’ha avuta per un buon mesetto.
La nostra Diva, con tacco da 12 cm., sgambetta, sgambetta, è crollata sull’asfalto, lasciando la caviglia nella grata del chiusino ed un polso al Creatore.
30 giorni di gesso.
Rispolverate le bestemmie e gli accorati vaffanculo, ha mantenuto la dignità senza lasciarsi andare in bieco pietismo.
“Mi versi l’acqua, mi gratti il collo, mi sistemi le scarpe, mi prendi i biscotti, mi apri la confezione di patatine…” No, non ne ha affatto abusato della sua condizione temporanea di disabile, che diamine!
Infine l’ultimo combattimento, il più duro, è in fase di conclusione: quello con il suo utero.
Le donne, si sa, ogni 28 giorni, fanno i conti con il ciclo mestruale.
Eppure, Elenoire, si ribella, non ci sta, non vuole uniformarsi.
Lei si assesta su due volte l’anno.
Semestrale, come le rate dell’assicurazione dell’auto.
Per cui, quando il maelström ormonale le concederà una tregua, riemergerà a bordo del suo personalissimo sottomarino Nautilus, continuando a deliziarci con le sue opere.
Fino ad allora, non contattatela a meno che non desideriate essere spellati vivi sul posto.
  Vera Q.

 

giovedì 22 marzo 2012

Il Film Consigliato del giorno: CELLA 211 di Daniele Monzon


TRAMA

Juan Olivier e' un secondino al suo primo giorno di lavoro.
 Per un errore grossolano viene lasciato dentro la cella 211 proprio mentre scoppia una rivolta all'interno del carcere. Per sopravvivere Juan dovra' far finta di essere un prigioniero....


RECENSIONE

Negli anni molti sono stati i film che hanno messo al centro del racconto il "mondo" carcerario; si passa senza soluzione di continuità da classici come Fuga da Alcatraz, Papillon, Brubaker, Le Ali della Libertà a veri e propri filmacci come Sorvegliato Speciale con Stallone.
 Era difficile quindi mettere in scena una storia ambientata in carcere che avesse dalla sua originalita' e soprattutto solidita' di narrazione e che non ricordasse troppo i "precedenti" appena citati.
Il giovane regista Daniele Monzon - con alle spalle al suo attivo solo un buon thriller in salsa sci-fi , "The Kovak Box" , distrubuto da noi solo in dvd - adatta - anche come sceneggiatore - un bel romanzo di Francisco Perez Gandul e riesce nell'arduo compito di girare un film carcerario solido, politcamente tosto e con tanti punti a suo favore.
Sin dalle prime battute si nota la perfezione della fotografia - di Carles Gusi -, l'efficacia dei dialoghi, mai lambiccati e sempre realistici e la tecnica precisa di Monzon nello studio dell'inquadratura.
Impossibile poi resistere alla tensione che la pellicola lentamente crea attorno al suo personaggio principale ed al capo della rivolta interna del penitenziario, Malamadre - un eccelso Luis Tosar che lo interpreta con forza e senza una minima sbavatura - un carattere che difficilmente verra' dimenticato e che entra di diritto nella storia del genere.
 Monzon poi gira perfettamente, alternando un montaggio semi-realistico a sequenze piene zeppe di ricerca visiva e non lesina critche feroci alle forze dell'ordine - estrene ed interne al carcere - buone solo a reprimere ed a picchiare senza ritegno, ai politici che sprecano chiacchere ma che si muovono solo quando sono con l'acqua alla gola ed esclusivamente per il proprio tornaconto.
Ai venduti dello stato, ai mercenari della violenza allora Monzon preferisce i derelitti del carcere, cattivi si, violenti si, ma con un animo ben definito, nei quali però non può che germogliare la pianta del tradimento che porterà la giusta rivolta dei prigionieri - che non ne possono più di essere rinchiusi in un metro per due e che cercano di ottenere solo una vita meno da animali... - fino alla tragedia finale che si abbatterà su tutto e tutti.
 Impossibile poi non entrare nella testa di Juan - un eccellente Alberto Ammann - che per sbaglio si trova a dover fiancheggiare chi nella realtà avrebbe dovuto controllare e che lentamente trova, proprio in questi "compagni" di rivolta,  persone pronte a capirlo e difenderlo.
Un personaggio quello di Juan che riflette il mondo in cui viviamo: un essere umano usato, spremuto e buttato via dalle "istituzioni" quando più non serve o quando addirittura non diviene un ostacolo al raggiungimento di piani pre-costruiti per le istituzioni stesse.

Per il regista il mondo carcerario è identico a quello esterno, viviamo in una gabbia, repressi e senza neanche avere la forza di ribellarci - o quando questo avviene il sistema di "repressione" è il solito all'interno della galera come fuori -, contenti di credere di essere liberi quando nella realta' dei fatti non lo siamo.
 Il male è attorno a noi, si sta diffondendo e porta una divisa od un completo firmato.

Testo di Federico Frusciante

martedì 13 marzo 2012

"STREGHE" di Eleonora Genua

Pelle argentea, son scrigni
di libertà immorale,
di sinuoso richiamo per
occhi che ardono di
ipocrisia, desiderio e inganno.
Son donne!!! Son streghe!!!
ed il cuore vi ruberanno!

Immagine presa dal web

lunedì 12 marzo 2012

Il Film Consigliato del giorno: BLACK DEATH di Christopher Smith


Nel 1348 la Morte Nera, la peste bubbonica, è un flagello in piena espansione in Inghilterra. Ulric (Sean Bean) è un messo del vescovo, incaricato di trovare un villaggio dove, apparentemente, la piaga non ha effetto. La curia ha richiesto l'immediato intervento di Ulric per il timore di una presenza demoniaca in questa comunità. ...

Christopher Smith è un regista che ha del talento visivo, nel suo primo film CREEP (2004) ha dato spazio ad una messa in scena rigorosa e davvero con buone idee che purtroppo svanivano di fronte ad un finale a dir poco tirato via e senza mordente.
Il film comunque incassò bene ed il giovane Smith sforno ' nel 2006 il buon SEVERANCE, uno slasher con spunti dal classico UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA che colpi' l'attenzione dei critici - per la bella messa in scena e per la presa di posizione anti-capitalista - e quella del pubblico d'oltremanica .
Dopo ben quattro anni da quel promettente secondo film Smith torna con questo BLACK DEATH , buon successo in patria ma che da noi viene distribuito dalla One Movie bipassando il passaggio nelle sale.

Stavolta il regista inglese gioca la carta del film epico avventuroso in costume - che negli ultimi anni ha sfornato gioiello raro come VALHALLA RISING del grande Nicholas Winding Refn , buoni film come CENTURION di Neil Marshall e SOLOMON KANE di Michael J. Bassett  e sconcezze come 300 di Snyder o come L'ULTIMA LEGIONE di Doug Lefler - e nonostante il budget basso riesce nella difficile impresa - grazie al fondantale contribuito dello scenografo John Frankish - di rendere credibile un 1348 ricostruito nei boschi del nord Inghilterra e riesce a mantenere desta  l'attenzione del pubblico fino all'ultimo secondo della pellicola.
Il cast è composto da volti noti  per chi segue il cinema inglese ed è capitanato da un ottimo Seab Bean (che dopo IL SIGNORE DEGLI ANELLI ha sempre una parte in ogni epico) che interpreta con forza il suo cavaliere cristiano in cerca di streghe e demoni da sconfiggere .
Non da meno è l'interpretazione del giovane Eddie Redmayne - già visto in SYMBIOSIS e L' ALTRA DONNA DEL RE - che dona al "suo" prete le giute sfaccettature e la giusta dose di forza.

Smith gira con forza le scene di battaglia (mai leccate o patinate ma anzi sempre piene di sangue e polvere ), non si dimentica il  passato horror e riesce a inserire dello splatter senza risultare pesante o eccessivo.
Tutto il reparto tecnico funziona bene, dalla buona colonna sonora fino al bel montaggio.
In più convince come il regista sia riuscito a dare un taglio iper-laico alla pellicola , dando tante stoccate alla Chiesa cattolica -  ma anche a chiunque pratichi violenza in nome di una qualsiasi religione - e non risparmiando critiche verso un  periodo - quello della peste e della successiva caccia alle streghe - che ha macchiato il genere umano di tante e tali violenze da far impallidire il diavolo stesso.
Smith poi sa quando accelleare il ritmo e  quando mantenerlo basso per cercare e trovare la giusta suspance ed il giusto equlibrio tra azione e dramma.
Insomma, siamo di fronte ad un film di genere di quelli che si vedono molto volentieri e sempre più raramente e che ci racconta la follia umana  attraverso un finale eccellente e di un realismo filmico unico.
Noi siamo il male, il resto è solo superstizione.

Testo di Federico Frusciante

mercoledì 7 marzo 2012

SETE 1614 di Eleonora Genua

Carboncino e carta di riso su Cartoncino, cm 70 x 50
Opera in concorso Premio Combat 2012.
©Copyright 2011

"La, in quella terra impregnata di magia nera, all'ombra della sacra corona d'Ungheria, era nata Erzsébet. Nel concepimento di quel fiore si compiva il destino della sua razza o si esprimeva un'epoca in cui gli istinti si dibattevano ancora nelle nebbie della barbarie primitiva? L'unica cosa certa è che tra lei e le cose c'era uno spazio vuoto, quasi una parete imbottita come nelle celle di isolamento per i pazzi. Sono i suoi occhi a denunciarlo, nel ritratto che abbiamo di lei: cercava di afferrare e invece non poteva nemmeno toccare. E volersi ribellare al destino di non vivere è proprio ciò che dà il gusto del sangue: del sangue altrui, in cui forse è racchiuso il segreto che le era stato celato fin dalla nascita."
Valentine Penrose

martedì 6 marzo 2012

"RESTITUZIONE" una Poesia di Julio Cortàzar

Se della tua bocca non so che la tua voce
E dei tuoi seni solo il verde o l'arancione delle tue bluse, come posso avere la presunzione di
avere di te più della grazia di un'ombra che passa sull'acqua.
Nella memoria porto gesti, la moina che tanto felice mi faceva,
e questo modo di restartene in te stessa, con il curvo riposo
di un'immagine d’avorio.
Non è gran cosa questo tutto che mi resta.
In più opinioni, collere, teorie,
nomi di fratelli e sorelle,
l'indirizzo postale e il numero del telefono,
cinque fotografie, un profumo di capelli,
una pressione di mani piccole fra le quali nessuno direbbe
che mi si nasconde il mondo.
Questo tutto me lo porto senza sforzo, perdendolo poco a poco.
Non inventerò l'inutile menzogna della perpetuità,
meglio passare i ponti con le mani
piene di te,
tirando via a piccoli pezzi il mio ricordo.
Dandolo alle colombe, ai fedeli passeri,
che ti mangino fra canti, arruffio e svolazzi.

venerdì 2 marzo 2012

BENVENUTO di Eleonora Genua

    Carboncino su Cartoncino, cm 48 x 33
 "Il mondo in cui viviamo è un circo crudele popolato di pagliacci senza cuore, senza legge, senza pietà: noi."
  “Più è buono l’uomo, più è malvagio il Clown“. L’oblio e la rimozione del passato passano attraverso l’assunzione della maschera, che diventa schermo “demoniaco” della responsabilità individuale: dietro a essa tutto è concesso e tutto è perdonato, anche il rischio di perdere la propria identità."
WILL ELLIOTT la "Città dei Clown"

  ©Copyright 2011

martedì 28 febbraio 2012

Il Film Consigliato del giorno: THE WARD - Il Reparto di J.Carpenter


TRAMA

La giovane Kristen (Amber Heard) si trova isolata in un remoto reparto di un ospedale psichiatrico, dove viene sottoposta a trattamenti non ortodossi. Perché lei sia lì è per lei stessa un mistero, visto che sembra preda di un'amnesia totale sulla sua vita precedente. Tutto quello che sa è che non è al sicuro e che quel posto nasconde misteri e stranezze. Pian piano le altre quattro ragazze rinchiuse con lei spariscono...

RECENSIONE

Ormai il cinema horror americano è per la maggior parte dominato da filmetti insipidi diretti da registucoli senza arte ne parte, che cercano di sopperire alla loro - e dei produttori - completa mancanza di idee con budget enormi, effetti speciali sofisticatissimi e con remake che non starebbero in piedi nemmeno se puntellati a terra con gran forza. E il problema non è solo di sceneggiature - anche questa di The Ward mica è geniale - ma di come le stesse vengono messe in scena  ovvero con montaggi epilettici, tempi completamenti avanzati e ritmi da sala corse più che da film.

Poi ecco che dopo dieci anni (!) di mancanza dalla sale - solo i due medi per la serie tv "Masters of Horror" : l'incredibilmente bello CIGARETTE BURNS (capolavoro) ed il riuscito PRO-LIFE - rispunta a (semi)sorpresa il grande Carpenter con un film a bassissimo budget, diretto su commissione e che aveva fatto storcere il naso alla critica d'oltreoceano - va ricordato però che la suddetta critica non ha mai amato il cinema del grande Maestro americano - , ma che rimette in gioco uno stile, una forma, una sostanza che negli ultimi anni è quasi scomprsa dal cinema di genere "made in USA". Sin dal formidabile incipit è chiaro che chi gira non è il solito mestierante - o peggio un nocivo "shooter" alla Bay - ed è anche chiaro che il vecchio John non ha assolutamente perso la mano .

La sequenza è magnifica e viene chiusa da dei titoli di testa eccezionali. Subito dopo veniamo immersi in una clinica psichiatrica dove la tensione è costante grazie proprio alle perfette scelte del regista, che non sbaglia un'inquadratura e che lascia che i tempi morti diano ritmo ad una sceneggiatura un pò rivista , ma che "diretta" cosi' diviene una perla anch'essa. Notevole il lavoro sugli attori - bellissima e brava la protagonista e di spessore pure tutti gli altri attorii, sia la "old school" di facce alla Carpenter , su tutte l'infermiera sadica , sia le giovani del reparto psichiatrico - e gran lavoro sia come fotografia - del bravo Yaron Orbach- che come colonna sonora - scritta da tal MArk Kilian ma carpenteriana sino al midollo-. Carpenter gioca coi colori , riesce nella difficile impresa di non perdere il suo tocco e ci regala il miglior horror dell'anno, teso , inquitante e girato così bene che funzionerebbe benissimo anche muto. Impossibile resistere ad un film che crea attesa , che ha delle scene movimentate girate da dio e che non usa mai facili trucchetti per spavenmtare il pubblico boccalone.

Qui - come per l'ultimo grande Landis "Burke & Hare" - è il cinema vero a farla da padrone , quello che usa la sceneggiatura per costruire e non per chiarire e quello che non ha bisgona di centinaia di milioni di dollari per esistere.

Assolutamente da non perdere per chiunque sappia che cos'è la settima arte e per chi è convinto che il cinema d'autore non possa essere anche di genere. Il ritorno del regista anarchico-socialista-capitalista (!) (cosi' lo stesso Carpenter ironicamente si definisce ) naturalmente non manca di dare stoccate alla società americana ma quel che è  incredibile è  che come al solito il suo "colpire" lo Stato non è ma manicheo o inutilmente "diretto".

Imperdibile.

Testo di F.Frusciante

mercoledì 22 febbraio 2012

KILLING MOON di Eleonora Genua

Carboncino su cartoncino, cm 70 x 50
Era la mezza estate
e metà della notte;
le stelle camminavano
pallide nella luce
della luna più scintillante e fredda,
fra i suoi schiavi, i pianeti;
lei, proprio lei nei cieli,
il suo raggiosulle onde.
Io fissavo incantato
il suo sorriso freddo,
freddo - per me troppo freddo;
passò poi come un velo
una nube fioccosa
e io mi volsi a te,
superba Stella della Sera,
magnifica e remota,
ed il tuo raggio mi sarà più caro;
perché è gioia al mio cuore
questa superba parte
che ti spetta nel cielo e nella notte,
e m'incanta di più
il tuo fuoco lontano
di quella luce umile e più fredda.

"Stella della Sera" di Edgar Allan Poe

 The Killing Moon - Echo & the Bunnymen

  ©Copyright 2011

martedì 21 febbraio 2012

domenica 19 febbraio 2012

VELEGGIO COME UN'OMBRA di Alda Merini

Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.

TRE PUNTI

"Aldof" Grafite Ed Elaborazione Digitale su Cartacm. 42x29
Autore dell’opera è il gruppo: TRE PUNTI, composto, in ordine alfabetico, da: Aldo Galeazzi, Annamaria Travaglini e Stefano Vullo. Uniti per l’occasione del Premio Combat in un consesso artistico derivante dall’amicizia che li lega nella vita. L’opera Aldof è un vuoto di personalità, un io privo di se’, il simbolismo iconico è mera credenza materialista. Lo specchio è inesorabilmente muto.

  ©Copyright

giovedì 16 febbraio 2012

OMBRA di Eleonora Genua

Carboncino su Cartoncino, 50 x 35


"Nelle fredde sere autunnali,
quando ti senti smarrito
e vaghi senza meta,
potrai seguire la luce,
di quelle piccole lampadine blu,
per giungere, finalmente,
a casa"

Eleonora Genua






 Questo disegno è stato uno dei miei primi esperimenti.

 ©Copyright 2011

Poesia di Alejandra Pizarnik

Chi illumina
Quando mi guardi
i miei occhi sono chiavi,
il muro ha segreti,
il mio timore parole, poesie.
Solo tu fai della mia memoria
una viaggiatrice affascinata,
un fuoco incessante.
  
Scrittrice e poetessa argentina, la sua opera è sempre di grande ispirazione per il mio lavoro.

Alejandra Pizarnik

 ©Copyright 

martedì 14 febbraio 2012

PRINCE of DARKNESS di Eleonora Genua

Carboncino più tempera acrilica su cartoncino, cm 43 x 50







"Anche se esiste
un ordine nell'universo, non è affatto quello che noi avevamo in mente."

"Il Signore del Male" di J.C.

Omaggio al grande regista John Carpenter.

 ©Copyright 2011


lunedì 13 febbraio 2012

TENTAZIONE di Eleonora Genua

Carboncino su Cartoncino, cm 49 x 36












"Hai vinto ed io ho perso. Ma d'ora in poi anche tu sarai morto, morto al Mondo, al Cielo e alla Speranza! Tu esisti in me, e con la mia morte, guarda con questa immagine, che è la tua, come hai definitivamente ucciso te stesso."
tratto dall'opera "William Wilson" di Edgar Allan Poe

©Copyright 2011

domenica 12 febbraio 2012

DAL PASSATO di Eleonora Genua

Carboncino su Cartoncino, cm 70 x 50
Opera presentata al " PREMIO COMBAT 2011" fuori concorso.

"...il passato penetra nel presente,
dove il peso di colpe di sangue
e di vecchi peccati devasta
le esistenze e costringei figli
a giacere con i restidei loro padri
nelle intricate rovine
delle conseguenze."

Charlie Parker












  ©Copyright 2011

VERTIGO di Eleonora Genua

Carboncino su cartoncino, 70 x 50 cm
Opera presentata al " PREMIO COMBAT 2011 " fuori concorso.


"Ascolta attentamente,cara,
non aver paura e non piangere.
Ascolta e senti come la dura terra
ci stia chiamando,
dal profondo..."

Tratto da: "Malinconia" di George Bacovia













©Copyright 2011

BODY AND SOUL di Eleonora Genua

Carboncino su cartoncino, cm 70 x 50
Operta presente nel catalogo " PREMIO COMBAT 2011"
Sezione " artisti segnalati dalla giuria".

"Il cielo e la speranza eterna,
oltre il tuo cuore d'oro.
Il Sole e il Tramonto
Bruciano nella fiamma,
Sempre e per sempre
avrai Corpo e Anima."

Tratto liberamente da: "Body and Soul"
dei Sisters of Mercy





Dedicato a mio marito Federico

 ©Copyright 2011


mercoledì 11 gennaio 2012

BENVENUTI

Ho creato questo Blog per tutte le persone che amano l'arte, la musica, il cinema, la letteratura...oltre che per mostrare i miei lavori.
Un piccolo Tomo intrappolato in una ragnatela, nell'universo della "rete". 

Eleonora


NORME DI UTILIZZO DEL BLOG

Questa non è una testata giornalistica. Alcune opere inserite sono di proprietà di Eleonora Genua ed è vietata la riproduzione del testo o immagine, anche parziale, senza aver menzionato il legittimo autore.
I commenti a tutto ciò che viene inserito sono ben graditi purché vengano rispettate alcune regole: è vietato l'insulto, l'offesa inutile, la diffamazione.
In tal caso i commenti verranno immediatamente cancellati.